GUIDO TRACANNA “Lettere da quarantena” poesie
(La Vita Felice, 2024)
Nota di Marzia Spinelli

L’esergo in apertura Ogni terra straniera è per essi una patria/e ogni patria è ad essi straniera, di Anonimo, Lettera a Diogneto, ci inchioda subito a una condizione di estraneità, come acutamente avverte Elio Pecora, che firma la sintetica e partecipata prefazione a questo piccolo libro, ironico e sofferto, rigoroso nello scadenzare e ritmare versi che scorrono lievi, ma carichi di un peso esistenziale e formale solido e ben collaudato. Dunque la quarantena evocata, oltre ad essere in parte sotteso rimando al confinamento obbligato dei giorni del covid, è indicativa di un malassere personale e collettivo con il quale l’autore si confronta a viso aperto, consapevole della propria scrittura e del proprio vissuto. L’esperienza di vita dell’autore, e insieme il gioco letterario che l’avvolge, viene rappresentata con un tratto sarcastico, da funambolo della parola, che attraversa la quotidianità in un contraddittorio con il passato che ha perso la propria sacralità e il cui incontro sgomenta e confonde; si leggano ad esempio i versi iniziali della poesia Iconoclastia : Passeggio nel paesaggio/ del barocco romano/più che il sascro vedo il profano/il trionfo dell’umano/ dalla Sistina esco/ più confuso che rapito/nel porticato/mi sentoi accerchiato…

Molto presente il paesaggio romano metropolitano e la sua deriva, inserita tuttavia in un contesto più ampio, consegnato al lettore con una scrittura mobile, tra riferimenti letterari (tra tutti forse quello dantesco il più evidente)  e l’esigenza di un linguaggio adatto a tale deriva, ma non avulso da lievità poetica e abbandono lirico improvviso e inaspettato, che ammorbidisce e addolcisce l’asprezza :

Trapezi

il sole si staglia/s’incaglia/tra spuntoni impazziti in cielo/trapezi di montagna/tra sogni che anelo/il sole strapazza/si scaglia/su ogni pupilla/chi lo contempla/lo rende cieco/ma alla cieca gli cediamo/un bacio alle nuvole/dove torneremo:

 Ecco allora come rivolgersi al proprio tempo:

 

Parlo

della commedia del mio tempo

é il canto quinto

di un paradiso

perduto,perso…

…uomini siate,

non pecore matte

che nessuno un domani

offrirà con il sorriso

l’immunità di gregge.

 

La città attraversata, di notte o all’alba, tra ruderi, murales e giardini “… questo micromondo/d’oltretomba e cartolina/favorito dal tramonto/di fine maggio/un assaggio già d’estate/struggente, arcigna/ci minaccia ingenua. Da notare, inoltre, rime e assonanze ben distribuite e calibrate che ritroviamo sparse in ogni testo:

Costante é il sorriso irriverente/ridente come una dea danzante/sul cumulo di clavicole rotte/irruento scalcio la polvere/su secoli di chimere/ chiassose, fini a se stesse.

Così pian piano si arriva a una  chanson de geste, una resistenza fiera, con una sua regola etica ed aurea, dove il senso so /non é l’odio/ ma nella lotta.//

Intensi e vibranti sono i due testi Albino e Contacio che potrebbero unirsi in un unico pometto d’Avvento, un’attesa del Natale e di quella santa e  salvifica nascita, seppur timida, quasi impedita, entrambi sostenuti da un bel ritmo incalzante, quasi  di ballata.

Non mancano inoltre cenni a contesti drammatici attuali, quali ad esempio i naufragi dei migranti di cui l’autore ci dona un fotogramma lirico e significativo tramite belle assonanze e relativi esiti semantici nella poesia Lampedusa: … s’impiglia la vita/spinata di mamma/che imbraccia la bimba/la abbranca/contro ogni onda/tremenda sogna/un’altra vita/..

Infine, il senso ultimo, il fine vero, il lascito di uomo e di poeta, sta in questi versi, di grande semplice verità, onesta, lucida e accorata dichiarazione di poetica:

( E se domani si muore/e sì che si muore/ho speso bene /le mie ultime parole/sul senso ultimo/ delle cose.)

 


Guido Tracanna
(1972) inizia a pubblicare poesie dalla seconda metà degli anni ‘90, sotto la guida del suo mentore Prof. Caldarelli dell’Universià della Tuscia, frequentando prestigiosi circoli letterari e raccogliendo numerosi riconoscimenti, tra cui Premi Di Liegro, Via di Ripetta, Sciacca e altri ancora, nonché positive recensioni di poeti affermati quali Elio Pecora, Dante Maffia, Plinio Perilli .

Si cimenta, inoltre, nella sperimentazione videopoetica, ottenendo altri significativi riconoscimenti e in tale ambito ha partecipato con un proprio testo per videoinstallazione al prestigioso Festival GrassoMania 8. Relatore al Festival Internazionale di Tagliacozzo, svolge un’intensa attività di promozione della poesia nelle scuole ed è membro di giuria in alcuni Premi, tra cui L’arte in versi, Salva la tua lingua locale. Ha pubblicato: La Torre del silenzio, Ed. Presenza, L’Aquila 1995; Episuoni, Ed. Cammin di nostra vita, Roma 1997; L’avvento della neve, Ed.Arckhé, L’Aquila 2014; Retrogames, Daimon edizioni, L’Aquila 2018; Epimeleia Ed. Il Foglio Letterario, Piombino 2020.