PAOLO RUFFILLI “Fuochi di Lisbona”
nota di lettura di Renzia D’Incà

 

Paolo Ruffilli, Fuochi di Lisbona (Passigli Editore, ottobre 2024) .In copertina Bad Boy, Good girl. Opera di Jack Vettriano

 

nota di lettura di Renzia D’Incà

Nel romanzo Fuochi di Lisbona, l’autore è l’Io narrante Paolo Ruffilli che si identifica con Ferdinando Pessoa. L’autore è in viaggio per un convegno nella città di Lisbona dove partecipa come relatore e dove incontra l’organizzatrice di nome Vita, donna sposata e da matrimonio solido. La trama parte in senso letterale dai pensieri dell’Autore mentre viaggia dall’Italia  al Portogallo, un viaggio aereo, un po’ fra le nuvole, dove la fantasia del viaggiatore cerca, anche incrociando lo sguardo di una  bella hostess. Nel corso di una sola settimana, quella dei giorni del Convegno, nasce un flirt fra l’Io narrante e l’organizzatrice  del Convegno, che probabilmente non cambierà la vita di entrambi. O forse si.

Quello di descritto nell’appassionante romanzo di Paolo Ruffilli Fuochi di Lisbona, è un dispositivo letterario e mentale che ha le significanze di un atto di riconoscimento-identificazione, del Perturbante. Un gioco di specchi fra un uomo, il forse professore, il dominante, almeno apparente, nel gioco seduttivo e una donna, anche lei intellettuale, di nome Vita e, in gioco di doppio specchio,Ofelia, con ampia convergenza letteraria delle lettere fra Pessoa e la fidanzata Ofélhia di cui il bel romanzo, anche, tratta. Una trasposizione figurata e insieme forse, realistica, del viaggio nelle misteriosità delle sincopate multi-identitarie vite e cifre letterarie di Ferdinando Pessoa e della sua città Lisbona, “città che ha forme e languori di donna e amante”. Il romanzo tratta di una infatuazione che diventa amore fisico nello spazio di poche ore vissuto dentro una dimensione onirica del protagonista io narrante in una sua, forse, sorta di  reincarnazione come in altro specchio, una mise en abime mentre un Virgilio-Henrique, un po’ scienziato chimico dell’“amore serotoninico”, nel senso che l’amico spiega all’italiano  e amico dell’italiano, cosa può accadere nel corpo di chiunque nel mondo quando scientificamente accadono chimiche reciproche. Lo accompagna nei Barrios, i vari quartieri dove Pessoa viveva e dove oggi si vive in simpatici locali una movida, in quella straordinaria città cosmopolita, sospesa fra Europa e Americhe. In meandri su e giù, fra un alto e un basso, poiché la cosiddetta “realtà” rimanda sempre e costantemente ad altro di Altro. Una città descritta, quella della  Lisbona attuale,  che ha forme sinuose di donna, ma anche quelle di un amore amputato, un amore impossibile, rubato, desiderato, un amour fou. Una matrice cristallina e insieme decadente fra disquisizioni intellettuali, da convegno internazionale, in cui il corpo-mente trascina dentro il fuori controllo di sé, della propria vita adulta e consenziente verso le trappole del perturbante. Pessoa, in questo romanzo è ed ha il ruolo di un medium, una sorta di convitato di pietra però nominato e presente in maniera ossessiva, quale specchio ustorio fra Vita, donna di Lisbona, e il suo alter ego al maschile, italiano, studioso del forse più grande scrittore europeo del Novecento, che insegue sulle tracce di Ofelia e di sé stesso, in una pericolosa deriva identitaria, percorrendo e ripercorrendo dentro un gioco multiplo di specchi i Bairros  ed in una manciata di ore, il gioco di seduzione, intrigante e un po’ masochistico dei due. Nel romanzo Fuochi di Lisbona il co-protagonista  Henrique che accompagna  l’Io narrante per le strade e i quartieri della città, mette in guardia l’amico italiano, per le insidie destabilizzanti che la città, che ha corpo sinuoso di donna, potrebbe provocare sulla sua tenuta psicologica. Il fatto avverrà, l’amplesso ci sarà con conseguenze per entrambi. Quando letteratura e vita si intrecciano Ma qui non vogliamo spoilerare. Una struttura, complessa ma resa efficace dallo stile di scrittura molto godibile, quasi drammaturgica, del romanzo, tanto che chi è stato a Lisboa si riconosce negli spazi e nelle atmosfere sulla scia dei misteri letterari e poetici del portoghese Pessoa.  E anche di Paolo Ruffilli. Centrale come fonte di riferimento dell’Autore, è l’epistolario fra Pessoa e Ofelia dove risuonano i versi Le lettere d’amore sono ridicole. Nonché  la  Nota di lettura in calce del 2012 di Antonio Tabucchi

Il romanzo è dedicato a Henrique Dinis da Gama, Herberto Hélder e Antonio Tabucchi. Tabucchi, di cui è in Nota dell’Autore il libro Fuochi di Lisbona, dedica del romanzo Fuochi di Lisbona da prima stesura del 2012, pag.169.  Tutte le citazioni di Pessoa sono state dall’Autore tradotte sulla versione definitiva delle opere pubblicate dalla casa editrice Attica di Lisbona e sono date tutte in corsivo nel testo.

Credo e mi permetto, che potrebbe essere  dedicato anche a Jack Vettriano, autore della bellissima copertina dopo la sua recente  ed improvvisa, scomparsa.

 

  Renzia D’Incà, di origine veneta, vive a Pisa. E’ giornalista, scrittrice, poeta, drammaturga.