Dialogo tra grafica digitale e poesia in Gr3zz0
(Michele Spinelli) a cura di Giansalvo Pio Fortunato

La poesia tende molto spesso ad essere reticente nel dialogo con altre forme artistiche.

Questo atteggiamento abituale nasce da un timore, a tratti quasi inscritto in una condizione divita o morte: accompagnare, infatti, un testo poetico con quelle che paiono essere delle contaminazioni è considerato un rischio per l’arte assoluta della parola. É una questione di presunta perdita d’identità o didistrazione dal fulcro comunicativo insito alla trasmissione poetica. Diversi sono gli esempi che tendono ad avvalorare questa tesi: dalla poesia performativa alla poesiainfluencer, dalla poesia instagrammabile alla video-poesia. Questi sono tutti esempi di diversificazione fittizia; ossia di tentativi di  mascherare l’assenza di un approccio poetico e riflessivo attraverso escamotage estetici, superficiali, accattivanti.
Non é questo il caso di Michele Spinelli (meglio conosciuto come Gr3zz0), autore 22enne campano che fa della comunicazione poetica attraverso grafiche social il suo marchio distintivo ed il suo mantra comunicativo di una soggettivitá che si relazione criticamente a se stessa e al mondo.

*Testa Bassa, Gr3zz0

*Schatten (Gr3zz0)

Attraverso un calibro pittorico di scrittura, che rimanda a calligrammi scritti con l’irregolaritá di un tratto ferito e auto-riflessivo, in queste due prime opere l’autore rimarca il dissidio che si inscrive in una coscienza che evolve. É la frammentazione, priva di segni di punteggiatura, capace di instaurare un dialogo intimistico con le proprie contraddizioni; ma anche la forza di riuscire ad inquadrare uno spazio proprio di esistenza, spazio disilluso e carico di quella crudeltá che é propria di chi sa raccontarsi la vita. In queste ombre / per tutti morte / per me vive in cui, malgrado l’esperienza claustrofobica personale, si rivede forse la propria confort zone o l’anatomia di una stanza di vissuto in cui le pareti, incarnando il sali-scendi dell’esistere, s’instaurano onde / che si scontrano / con quel soffitto / troppo basso /che ti tiene china / la testa. Le parole, dunque, sono accompagnate da immagini, realizzate dallo
stesso autore, minimali e tese ad incarnare l’oggetto della confessione poetica, rendendo palpabile una sinestesia che travalica la parola, pur non deturpandola.

*Saremmo potuti essere…, Gr3zz0


*Colorami, Gr3zz0

Mantenendo i suoi intenti dialogici, l’autore pone anche in parole il segno metaforico di una poesia che va colorata. Siamo dinanzi all’ammissione di una fenomenologia personale: odio riuscire a vedere cosí tanti colori é l’ammissione di una natura che si pone e si muove in bilico tra la quintessenza del generale ed un particolare necessario che é proprio dello sguardo poetico. Con l’autore, incarnante i nostri cardini interpretativi delle cose, ripetiamo coloratemi / con i vostri immensi colori / coloratemi. In questo ocra di sfondo si inscrive il colore psicologico della frammentazione decisa: é il sole adombrato dalla nebbia fitta che costruisce un muro, anatomia della latenza. Continui sono i nostri passi falsi e l’autore, con disillusione, rimarca l’atarassia negativa di un mancato desiderio: per codardia e per mancanza di brivido, / decisi, decidiamo di nascondere ció che ho sempre voluto essere… /
umano.

*Ratti, Gr3zz0

*Valzer di Spine, Gr3zz0

In questa sottrazione d’aria e di spazio, si sviluppa la liturgia della rapina: ratti corron / tra bianchi corridoi. É il fastidio voluto nel rapimento delle ultime che costituiscono i predicati, e l’ornato di una nuova scena in cui l’io é depotenziato perché mutato nella sua ragion, é il senno che scompare divorato dalla conquista; da un mare di ratti. In questo latrocinio, ricordando consapevolmente o inconsapevolmente l’iconografia simbolica classica di Dylan Thomas, si attua l’efferatezza di un martirio che significa valzer di morte: ballammo infinite ore / su un prato / di fiori e, nella crudeltá di una psicologia matrigna – che si attua in una salsa di spine, accettammo che il ballo era il mio vivere.

 

*Paura, Gr3zz0

 

Michele Spinelli é nato a Frattamaggiore (Na), il 04/06/2002. Attualmente risiede ad Orta di
Atella (Ce) e frequenta la Facoltá di Filosofia presso l’Universitá “Federico II”.
Nel 2020, inizia questo percorso di conciliazione dell’arte poetica con vesti grafiche originali
ed autoprodotte, attraverso la diffusione tramite pagine social al nome di Gr3zz0, che
attualmente vantano migliaia di like e visual. É appassionato e studioso di fotografia, oltre ad
essere stimato web master