Poesia visiva nel vissuto espressivo di Marco Furia

Le immagini che qui presento sono frutto di un non breve percorso poetico: fin dagli esordi con la rivista Tam Tam non mi sono sentito estraneo a esperienze di poesia visiva (in particolare, ho trovato molto coinvolgente la lettura del celebre saggio di Adriano Spatola Verso la poesia totale). In seguito, redattore di Anterem, mi sono dedicato quasi esclusivamente alla versificazione scritta, eccezion fatta, nel corso dell’ultimo decennio, per la collaborazione con la rivista sperimentale giapponese δ diretta da Tanabé Shin.

 

 

 

 

Un incontro davvero importante è stato poi quello, in un non recente passato, con Martino Oberto, mio concittadino, con cui ho avuto modo di parlare di poesia e del comune interesse per l’opera di Wittgenstein.

 

 

 

 

 

È stato nel corso degli ultimi anni che mi sono dedicato, con sempre maggiore assiduità, al mondo delle forme e dei colori, scoprendo che il senso di apertura, sempre cercato nella poesia di parola, trovava in questo ambito nuovi e fecondi aspetti.

 

 

 

 

 

Ho cominciato così a proporre alcune immagini e, trovando buona accoglienza, ho proseguito questa mia attività rendendo testimonianza di come qualcosa di nuovo, eppure non sconosciuto, si sia presentato quale ulteriore possibilità di un impegno espressivo che considero naturale continuazione della scrittura.

 

 

 

 

 

Ringrazio di cuore, perciò, Tiziana Colusso e la redazione di formafluens per l’ospitalità.

Marco Furia

 

 

 

 

Le opere di Marco Furia, lo segnaliamo, saranno anche esposte, in marzo ed aprile 2025, alla Biennale internationale de poésie visuelle (alla Biennale di Poesie visuale), a riconferma del valore evocativo e poetico di tali simili scorci di interiorità, dialogante attraverso più forme artistiche.