ANTHONY JOHN ROBBINS, “Il più vuoto possibile”
Edizioni Progetto Cultura 2024
nota di lettura di Irene Sabetta

Anthony John Robbins, Il più vuoto possibile, Edizioni Progetto Cultura, collana “Le Gemme” a cura di Cinzia Marulli, traduzione di Mariella De Santis

Nota di lettura di Irene Sabetta

Il più vuoto possibile è un libro peculiare e prezioso per diversi motivi. Innanzitutto esso appartiene ad un autore scomparso ed è pertanto un lascito postumo che chiede al lettore di porsi, nei confronti di ogni singolo testo, in atteggiamento di ascolto profondo e di raccoglimento. E, tra la voce che arriva da lontano e chi legge, subito si instaura una “corrispondenza di amorosi sensi”. Non a caso, la plaquette si apre con la sezione Addii la cui prima poesia, Eppure, ha per tema la dipartita di un fratello che, tuttavia, continuerà a vivere attraverso “la sua parola stampata” e nel legame di amore; come una sorta di cordone ombelicale, quest’ultimo costituisce il sottotesto di tutta la raccolta, tenendo in vita antichi sentimenti e affetti, al di là degli strappi del tempo.

L’intero libro è nel segno del due, non il due inteso come scissione, divisione ma, al contrario, nel significato di “duale”. Questo costituisce il secondo tratto di peculiarità della raccolta. La centralità della dimensione intersoggettiva è il presupposto stesso del libro, intessuto com’è di relazioni affettive e non solo. I componimenti presenti in questa Gemma sono stati selezionati e tradotti dall’inglese all’italiano, a partire da una più ampia raccolta intitolata The Anthogony, da Mariella De Santis, moglie di Anthony e lei stessa scrittrice e ricercatrice. Quindi due lingue, due voci, due amanti, due paesi, l’Italia e il Regno Unito, due città, Roma e Londra. Eppure, come ho accennato, tutto è giocato nell’interazione duale che amalgama e unisce senza mai dividere e separare.

Non semplicemente la somma di uno più uno, ma una duplice visione, una realtà nuova data dalla relazione di due elementi, a metà tra singolare e plurale.

Come spiega Mariella nell’introduzione, in cui fornisce anche un interessante ritratto di Anthony, alcuni testi erano già nati in italiano dalla mano dell’autore che, evidentemente, amava così tanto la sua “lingua seconda” da volerla usare per la poesia. D’altro canto, come ci dice Mariella, “lui, in qualche modo, viveva traducendo. Traduceva letterariamente, linguisticamente, cognitivamente tutto quello che vedeva, guardava, incontrava.” Ciò a testimoniare la naturalezza con cui Anthony John Robbins riusciva a connettersi con gli altri e con le culture degli altri, sempre in modalità intersoggettiva. Questa sua capacità è evidente in molti testi della raccolta intrisi di congiungimento empatico e umana comprensione di luoghi e persone.

Nella poesia Resegone, dedicata a Mariella (“for Mariella”), in un abbraccio di lingue, di corpi e di anime, l’autore vede nella traduzione la relazione amorosa stessa: l’amore è traduzione, ricerca di un’interlingua che sia sugello di unione, terreno comune e condivisibile. Il testo culmina nei versi, lasciati in inglese, ma che travalicano ogni differenza linguistica, “you / translated me / from the foreigner I was / into myself”.

Dall’inizio alla fine, le pagine di questo libro sembrano scaturire da un intreccio di reciproci affetti, testimoniato anche dalle tre poesie a chiusura, scritte da tre amici in memoria di Anthony, Maria Teresa Ciammaruconi, Michele Arcangelo Firinu e Rossano Onano. Altra peculiarità del libro questa manifestazione di stima e attaccamento in versi al posto di una scontata postfazione.

Non un semplice libro dunque, ma una prova tangibile di come la poesia possa farsi mezzo di sentimenti positivi e duraturi.

La poesia di Anthony è testo e pre-testo, si scioglie e confluisce in quella di Mariella e dei suoi amici in una mescolanza armoniosa in cui l’io lascia spazio al noi.

Anthony John Robbins (Eastbourne 1946-Roma 2019) ha studiato al Christ’s Hospital e ha conseguito la laurea in anglistica presso l’Università di Oxford. Dopo un periodo di insegnamento presso l’Australian National University in Canberra, ha vissuto tra Italia e Inghilterra. È stato saggista, poeta e traduttore di testi sia tecnici che letterari dall’italiano, tedesco e francese. Numerose le elaborazioni su molti aspetti dell’opera di Samuel Beckett. Ha pubblicato saggi su poetry e complexity, plaquette d’arte, il volume antologico The Anthogony e collaborato con diverse riviste. Ha tradotto in italiano Bernard O’Donoghue e numerosi poeti italiani in inglese. Torna in Italia nel 1998 vivendo in provincia di Lecco e dal 2013 a Roma, città da lui molto amata.

Mariella De Santis è nata a Bari nel 1962, vive tra Roma e Lecco. Poeta, drammaturga ed esploratrice di scritture, collabora con riviste, case editrici, artisti, musicisti, registi. Ha pubblicato libri di poesia, prosa, teatro. Curato rassegne di animazione culturale e riviste. È tradotta in arabo, inglese, croato. Il suo ultimo libro è La Cordialità (Nomos ed.) testo bilingue con traduzione in inglese di Anthony John Robbins. Dal 2021 si occupa di Dromo, rivista per un terzo pensiero (www.dromorivista.it)