Rinascita, libero arbitrio e fantasia. Poor things! di Yorgos Lanthimos
di Tiziana Colusso
Rinascita, libero arbitrio ed evoluzione personale sono i temi fondamentali del film. Un tema evocato per assonanza è anche quello della frontiera tra naturale e artificiale, tema sempre più centrale man mano che l’intelligenza artificiale generativa si sviluppa.
Siamo sicuri che le “povere creature” siano gli esseri compositi e fantasiosi usciti dal bisturi del chirurgo-demiurgo, non solo la protagonista Bella ma anche creature limitate, esperimenti minori come il pollo-maiale o l’anatra a tre zampe? Oppure sono piuttosto gli inamidati e ipocriti rappresentanti della “buona società”, evocata più volte nel film, rispetto ai quali Bella è veramente troppo: troppo straripante, troppo sincera, troppo curiosa, troppo priva di morale comune? Bella è il capolavoro del dottor Godwin Baxter – che la creatura chiama “God”(Dio) – un personaggio che discende direttamente dall’immaginario del cinema espressionista, da Frankenstein anzitutto. Creata unendo il corpo di una giovane donna suicida e il cervello del feto che portava in grembo, Bella ripercorre rapidamente tutte le tappe dell’infanzia, fino a sbocciare in un’adolescente ribelle, volitiva, sensuale, per diventare infine una donna consapevole, lucida e padrona di sé.
Il film, pluripremiato, alla sua uscita è stato accompagnato da molte polemiche. In genere evito di nutrirmi del junk-food polemico, che sembra il carburante principale dei social, ma una mi è capitata sott’occhio tempo fa e mi ha colpita: si diceva che Bella è una mente di un uomo (il bambino) trapiantata nel corpo di una donna, al che il contro/polemista rispondeva che non si sa se “il bambino” nominato nel film fosse di sesso maschile o femminile, dato che nella versione originale era designato come “baby” o “foetus”, parola asessuata. Non ricordo altro della polemica, ma dopo aver visto il film – volutamente molto tardi rispetto alla chiacchierata uscita dei mesi scorsi – sono convinta che Bella è donna fino all’ultima cellula, e quindi doveva essere femmina anche il suo feto di cui porta il cervello. Bella è volitiva in tutto, compresa la sessualità. E questo sarebbe un appannaggio esclusivo dei maschi? Bella è curiosa del mondo, di fare esperienze, di evolversi, passa dal sesso ai libri alla politica alla prostituzione senza soluzione di continuità, tutto è nutrimento per la sua evoluzione. Infine, dopo tante esperienze, Bella decide di studiare medicina e di diventare a sua volta chirurga, come il suo padre putativo. Sicuramente una scelta difficile per il periodo in cui è ambientato il film, e il libro da cui è tratto, ovvero la Londra di fine 800. Ma le donne pioniere e determinate non sono mancate, tantomeno a Londra che è la patria delle suffragette. E quindi la volontà di Bella di autodeterminarsi e decidere del suo destino è una volontà perfettamente compatibile con l’essere donna!
Un aspetto invece che non ho visto trattato finora – almeno a mia conoscenza – è la “consonanza” tra questo film e il tema dell’Intelligenza Artificiale. Bella è naturale (essendo un essere umano, una donna, sia pure resuscitata dal chirurgo-demiurgo) o è artificiale, data l’alta manipolazione a cui il suo creatore l’ha sottoposta, al punto che in tutta la prima parte del film la definisce come “esperimento” piuttosto che come essere senziente? Tuttavia, ad un certo punto il chirurgo si accorge che la sua creatura ha sviluppato personalità, volizione e curiosità, e decide di lasciarla vivere secondo il suo “libero arbitrio”. Ora, tutti coloro che si iniziano ad avvicinarsi al tema dell’Intelligenza Artificiale, sanno che il “libero arbitrio” è sancito – insieme alla creatività e alla coscienza – come una invalicabile demarcazione tra l’essere naturale e l’essere creato dall’intelligenza generativa. Questo film dagli scenari fantastici e dal retrogusto filosofico, a mio avviso, mostra che si possono rimettere in gioco tutte le categorie distintive tra naturale e artificiale. Si parlerà ancora a lungo di questa frontiera sempre più fluida…
NB: L’immagine proposta è un fotogramma del film, a cui pertengono dunque i diritti di paternità di tale immagine